Mile high club

La copertina è di quelle ruvide, spesse, così come la carta all’interno, poco sbiancata, fragrante quanto un vecchio lenzuolo di lino della zia Nina. Avorio e nero, e pochi colori acquerellati a definire i contorni di una donna, abbarbicata ad una motocicletta, che mi fissa con un misto di arroganza e docilità.

I capelli sono corti, morbidi e mossi, ma proiettati verso l’alto, le labbra dolci, gli occhi truccati, il corpo affusolato. La pelle non è completamente esposta ma si intuisce sfacciatamente una nudità integrale, dipinta di riflessi azzurrini. Lucide, le cromature di una bicicletta, si offrono al tocco del corpo nudo. Un braccio si protende verso il pedale. Un tendine guizza. La schiena si inarca, il petto lambisce il sellino di pelle.

Infilo il bigiletto aereo a mò di segnalibro e sposto lo sguardo fuori del finestrino alla mia destra. Sbuffo. Le orecchie ronzano.

Ho chiuso il libro da dieci secondi, non può essere passato più tempo, e già lui alza il sopracciglio, lo vedo con la coda dell’occhio persino dalla distanza dell’ultimo sedile a sinistra, "posto finestrino, signorina Hostess".

motoMi apostrofa "che c’è? Non scopano come piace a te?" Quattro sedili, tra di noi. Vuoti.

Lo odio.

"Ti aspetto nella toilette di coda", gli dico.

Poi mi alzo, e penso "benvenuti nel Mile High Club".

04.09.2006

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4 commenti su “Mile high club

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